Chitarristi | |
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Essendo
chitarrista perché non parlare delle influenze chitarristiche che ho avuto?
Il tutto parti da una trasmissione su RADIO2 che per 10 puntate parlò dei 10 chitarristi, che secondo loro, stavano nell'olimpo della chitarra. Io avevo 16 anni, ascoltavo Dylan ed il mio punto di riferimento era Jimi, ma tra i chitarristi di quella trasmissione un suono ed una maniera mi folgorarono era il mitico Jeff Beck. Dopo questa folgorazione seguirono gli anni e altri chitarrisiti si affacciarono sulla scena e nei mie gusti, ma Jeff rimane sempre il mio modello. Ed ora una piccola guida ragionata dei chitarristi secondo il mio personale gusto. Jimi Hendrix, un uomo simbolo, la sua chitarra una Fender Startocaster (che lo stesso Leo Fender costruì ed evolse per seguire le esigenze del capostipite di tutti i chitarrsiti elettrici) è ormai divenuta un icona, un simbolo, da adorare e bramare. Il suo primo disco Are You Experienced? deve necessariamente stare nella discografia di un qualsiasi chitarrista e, se volete esagerare, prendetevi anche Electric Ladyland. In questi due dischi troverete i suoi pezzi più famosi. Tra tra i mie preferiti Voodoo Chile, The wind cries Mary e Foxy lady. Ma la cosa che apprezzo di più di Jimi è stata la sua capacita di fare suoi pezzi scritti da altri. Le sue interpretazioni, sempre personali e riconoscibili, hanno spesso dato nuova vita a canzoni misconosciute come Hey Joe. Il suo stile pieno muove l'anima dall'interno e, diciamocela tutta, a chi non si e accapponata la pelle nel sentire la sua versione di Like a rolling stones? Cosa suonerei di lui: Foxy lady Jeff Beck. Di Jeff apprezzo i silenzi. Il suo modo di suonare blues è impareggiabile. Jeff fa parte della folta schiera di chitarristi che regalarono al mondo il brit-rock e come stile si pone tra la mano lenta di Eric Clapton e l'aggressività di Jimmy Page. Un uomo da chitarra ed amplificatore, niente effetti, niente fronzoli solo dita e cuore. Saper usare la manopola del volume come lui permette di cambiare tono e spessore nel suono senza riccore a mezzi elettronici. Dover consigliare un suo disco non è facile, sicuramente Jeff Beck's Guitar Shop è tra i più interessanti e vanta collaborazioni del calibro di Terry Bozzio alla batteria. Se dovessi, oggi, scegliere un suo pezzo da fare sul palco sceglierei Cause We've Ended as Lovers da Blow By Blow. Pezzo dalla tristezza infinita ma con un pathos tale da farmi accapponare la pelle tutte le volte che lo ascolto. Cosa suonerei di lui: We've Ended as Lovers - Brush with the blues Pete Townshend, anche lui grande esponente del brit-rock, sicuramente una chitarra ritmica impareggiabile. Il suo fuzz ormai è storia. Tutti i gruppi con una sola chitarra, come The Who, necessitano di un chitarrista di notevole personalità e Pete ne ha da vendere quasi quanto il suo naso. Spesso i sui pezzi sono costruiti su riffi semplici ma efficacissimi. Ascoltatevi Pinball Wizard da Tommy o Summertime blues da Live at Leeds. A suo lustro va detto che con Tommy e Quadrophenia The Who hanno scavalcato il muro della semplice canzone per entrare nel grande modo della Musica con la M maiuscola. Cosa suonerei di lui: Pinball Wizard - Summertime blues - Rough boys Edward Van Halen Quando nel 1978 usci il primo disco dei Van Halen, come molti, la mia affermazione fu "Ma con la chitarra si possono fare quelle cose lì?!". Sicuramente il primo disco Van Halen è da tenere sul comodino ed ogni tanto riascoltarselo per riprendere le giuste dimensioni. Il pezzo che mi piacerebbe suonare come Edwuard è Ain't talkin' 'bout Love ma per ora rimane solo un sogno. Edward è anche un grande sperimentatore e ama costruirsi ed assemblarsi le sue chitarre. La chitarra che brandeggiava nel primo disco portava il nome di Frankenstein ed era assemblata a partire da una Stratocaster. La chitarra della foto è il primo esemplare costruito da Edward con la Kramer di cui era diventato endorser tra l'83 ed il '91. Poi seguirono la Stienberger, Music Man e Peavey. Cosa suonerei di lui: Ain't talkin' 'bout Love Kenny Burrell Sono sempre stato affascinato dal suo modo morbido di suonare. È un chitarrista della generazione del bib-bop, che con lui diventa hard-bop. Ha suonato con tutti i grandi del Jazz tanto da diventare il chitarrista favorito di Duke Ellington. Mi piacciono un sacco le sue acciaccature e quando comincia ad armonizzare sulla melodia. Lo ascolterei per ore. Consigliare un suo disco non è facile. La sua prima apparizione discografica è con Dizzy Gillespie nel 1951 ed il suo ultimo disco Blue muse del 2003. Per cui prendetene uno qualsiasi della sua vasta produzione ed ascoltatelo! Cosa suonerei di lui: Chitlins con carne - Midnight blue Steve Vai Cosa posso dire di lui? Che è veramente TRUZZO! Ho brandeggiato per svariati anni una JEM555 e la curiosità di conoscere il chitarrista che l'aveva generata mia ha sempre intrigato. Cosi, su consiglio, ho preso Passion and Warfare, album strumentale decisamente interessante, in cui For the love of God è sicuramente il pezzo più rappresentativo. Steve è sicuramente un bravo chitarrista ma non riesce a stimolare le mie corde. Apprezzo decisamente di più il suo maestro Joe Satriani che con pezzi come Always With Me, Always With You, che trovate nell'aubum Surfing with the alien, riesce ad emozionarmi. Se vi può interessare comprai Surfing with the alien solo perché in copertina c'era Silver Surfer. Cosa suonerei di lui: penso nulla Eric Johnson. Ho scoperto Eric solo di recente grazie ad un DVD dei G3. Di lui mi ha subito colpito la raffinatezza del suono e la classe del suo modo di affrontare il blues. Se non lo avete compratevi Venus Isle ed ascoltatevi Manhattan e S.R.V. sicuramente ne rimarrete affascinati come me. Chitarristicamamente fa uno smodato uso di pentatoniche sviluppate orrizontalmente, concatenando le varie forme, in modo da poter utilizzare tutto il manico. Il suo suono è decisamente ricercato. Tutti vorrebbero una stratocaster che suona come la sua, ma per ottenere quella profondità e espressività Eric ha un impianto di tutto rispetto in cui nulla è lasciato al caso. Cosa suonerei di lui: Manhattan - S.R.V. Stevie Ray Vaughan Stivie incarna quel blues con una vena funcky che mette allegria. Uno dei pochi chitarristi che hanno saputo affrontare i pezzi di Jimi Hendrix senza snaturarli. Sono fantastiche le sue versioni di Voodoo Child e Little wing. Di lui sono ormai disponibili molte raccolte ma io consiglio sempre il suo primo disco Texas Flood che contiene delle chicche come Lenny e Mary had a little lamb. Cosa suonerei di lui: Pride and joy Gary Moore. Di Gary apprezzo moltissimo il fraseggio. Non mi piace moltissimo la sua scelta sonora (Marshall + Les Paul), il suo suono è troppo ciccio per i miei gusti, ma i sui drive mi fanno impazzire. Lo considero un chitarruista molto elegante soprattutto quando suona blues. Se volete un disco per cominciare direi Bluse Alive disco dal vivo del 1993 Cosa suonerei di lui: Stll got the blues - King of the blues Angus Young. Per me Angus è sinonimo di SG! L'uomo che ha traghettato il blues nel heavymetal! Il suo suono, creato a partire da questa chitarra accoppiata ad un classciisimo Plaxi della Marshall, è inconfondibile. Con Van Halen rappresenta il chitarrista che mi ha accompagnato durante la transizione alla maturiatà. Di lui mi sono rimasti impressi a fuoco nella memoria gli album Highway to Hell (1979) e Back in Black (1980). Cosa suonerei di lui: Hell's bells - Let me put my love into you Franck Zappa. Che dire di lui?Un genio! La sua musica non è tra le le più facili, ma quando si riesce ad aggunatare il filo del discorso, la sua musica entra e fa breccia e ne si apprezza appieno la complessità e la pienezza. Come chitarrista amo il suo modo di usare queste frasi ricorsive quasi aventi un'ommometria interna. Il suo suono mi prende soprattuto quando non esagera con il fuzz. Se volete un disco per cominciare io punterei su Zappa in New York disco dal vivo del 1978 Cosa suonerei di lui: Muffin man Un po' di esempi presi da YouTube: Per ora è tutto alla prossima. |
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Ultima modifica: venerdì 4 settembre 2009 |